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Un nuovo ordine per i saperi, in Biblioteca arriva la Classificazione Decimale Dewey

Data pubblicazione: 20.11.2025
Melvill Dewey
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La Biblioteca della Scuola Superiore Sant’Anna, rinnovata di recente nei suoi spazi, introduce un’importante novità: l’adozione della Classificazione Decimale Dewey (CDD) per la collocazione dei volumi a scaffale aperto. Si tratta di un passaggio significativo, che porta negli ambienti della Biblioteca uno standard internazionale ampiamente riconosciuto e contribuisce a rendere più immediata e intuitiva la consultazione delle collezioni cartacee.

La CDD permette infatti di organizzare in modo sistematico e gerarchico i diversi ambiti del sapere, attribuendo a ogni volume una sequenza alfanumerica univoca. Ideata nell’Ottocento dal bibliotecario statunitense Melville Dewey, la classificazione è stata progressivamente aggiornata per superare i limiti storici e culturali della sua prima formulazione. 

La Biblioteca della Scuola ha scelto di adottare la 23ª edizione italiana della CDD (2014), curata dall’Associazione Italiana Biblioteche e dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, attualmente la versione più recente disponibile nel nostro Paese.

La riorganizzazione rende ora più agevole per gli utenti individuare i libri appartenenti a uno stesso ambito disciplinare, disposti in modo logico e consecutivo sugli scaffali, facilitando così sia la ricerca mirata sia l’esplorazione di nuovi contenuti. Cartelli informativi e un opuscolo introduttivo, disponibile anche in formato digitale, accompagnano il lettore attraverso le principali sezioni della classificazione. OneSearch, il catalogo online della Biblioteca, riporta già le nuove collocazioni e indica con precisione la posizione dei volumi e le modalità di prestito.

L’introduzione della CDD, insieme alla recente riqualificazione degli spazi, rappresenta un ulteriore passo avanti nel miglioramento dei servizi offerti, ponendo la Biblioteca in linea con le migliori pratiche bibliotecarie internazionali e rispondendo in modo sempre più efficace alle esigenze della comunità accademica.

 

Immagine: Public domain, via Wikimedia Commons